Il corretto impiego dei fondi erogati dall’Unione europea costituisce un impegno fondamentale nella prospettiva di un rinnovato sviluppo economico in un contesto di massima legalità.
Il problema delle c.d. “frodi all’Unione europea” rappresenta, pertanto, per l’Europa, una problematica di primissimo rilievo considerati gli effetti negativi che esse producono non solo sul Bilancio ma anche sul tessuto economico-sociale dell’Unione.
In tale ambito, l’elevato livello di tutela delle risorse europee da parte dell’Italia, immediatamente e facilmente rilevabile dai dati statistici inseriti nei rapporti annuali della Commissione europea ed ora anche della Procura europea/EPPO, dimostra come il nostro Paese ha attuato ormai da tempo, con lealtà e tempestività, il noto “principio di assimilazione” (art. 325 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea) secondo cui gli Stati membri “devono adottare, per la lotta contro le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’UE, le stesse misure di cui normalmente si avvalgono per combattere le frodi che ledono i propri interessi finanziari nazionali”.
L’Italia, infatti, dispone di Amministrazioni particolarmente preparate ed attrezzate sul fronte della lotta alle frodi (Agenzia delle Dogane, Agea, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato), oltre ad una specifica Forza di polizia, la Guardia di Finanza che, con competenze generali in materia economico-finanziaria, opera con gli stessi penetranti poteri legislativi (amministrativi e penali) e con le stesse professionalità a tutela sia del bilancio nazionale che dell’UE, sia sul lato entrate che su quello delle uscite, il secondo – inteso in senso più ampio – sempre più rilevante, anche alla luce dell’ ammontare a disposizione e nell’ambito del rinnovato quadro “antifrode”, legato anche all’attuazione dello Strumento di Ripresa e Resilienza (RFF) e del relativo Piano Nazionale “PNRR”
L’art. 54 della Legge 24 dicembre 2012, n. 234, ha ulteriormente confermato e rafforzato il ruolo del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea (COLAF) e del Nucleo della Guardia di Finanza per la Repressione delle Frodi nei confronti dell’UE, operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche europee, antesignano dei Servizi di Coordinamento Antifrode nazionali, cd “AFCOS”, ora istituiti in tutti gli Stati dell’UE.
Il Nucleo della Guardia di Finanza è stato istituito con D.P.C.M. in data 11 gennaio 1995 per le esigenze di supporto al COLAF ed al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con deleghe alle Politiche Europee.
Il Comandante del Nucleo è, in Italia, componente del Comitato e, in Europa, membro del Comitato consultivo lotta antifrode (COCOLAF), istituito presso la Commissione UE e del Gruppo Lotta alla Frode (GAF) del Consiglio UE.
La partecipazione ai due consessi ed ai loro sottogruppi, nonché le interlocuzioni con il Parlamento europeo – segnatamente con la Commissione Controllo dei Bilanci/ CONT – è assicurata in strettissima sinergia con la Rappresentanza Permanente in Bruxelles, attraverso il settore Antifrode (inquadrato nel più ampio settore ECOFIN), al quale, non a caso, è preposto un Ufficiale Dirigente della Guardia di Finanza in qualità di “Esperto”.
Compiti istituzionali del Nucleo (ex. art. 8 D.M. 7 dicembre 2012):
- svolge, attraverso la Segreteria tecnica, funzioni di supporto al Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’UE (in pratica, ne rappresenta il “braccio operativo”);
- mantiene i contatti con tutte le Istituzioni europee e nazionali competenti nel settore della lotta alle frodi;
- segue, nei settori di competenza, i lavori degli organismi dell’Unione, e in particolare del Comitato europeo consultivo per il coordinamento nel settore della lotta contro le frodi (COCOLAF) e del Gruppo Antifrode (GAF) e, a tal fine, cura l’adozione della posizione nazionale da rappresentare in tali sedi;
- predispone la relazione nazionale sullo stato di attuazione dell’art. 325, Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, con la quale vengono riferite notizie relative alla situazione degli illeciti in materia di gestioni di fondi comunitari, all’evoluzione normativa settoriale, all’organizzazione delle strutture preposte ai controlli specifici. A tale fine, vengono elaborate le risposte fornite da tutte Amministrazioni interessate;
- cura la raccolta e l’elaborazione delle comunicazioni relative alle irregolarità e alle frodi in materia di fondi strutturali accertate dalle diverse Amministrazioni nazionali, per la trasmissione trimestrale all’OLAF, in aderenza agli obblighi previsti dal Reg.(CE) 1681/94 e successive modifiche e dal Reg.(CE) 1828/06, tramite il sistema informatico dell’OLAF denominato “IMS (Irregularity Management System).